È realtà la Filiera CO2 ZERO - Il calcolo di Carbon Neutral

Milano – 2 ottobre 2019. “Annunciamo lo straordinario risultato del raggiungimento della neutralità di carbonio per tutte le attività del nostro gruppo. Qualunque sarà la risposta definitiva della scienza in ordine al cambiamento climatico ed alle sue cause, il nostro risultato è comunque un successo poiché la riduzione delle emissioni di gas serra è invocata da tutti gli scienziati, in quanto il vertiginoso aumento delle emissioni di GHG in atto nel pianeta rappresenta un fatto fortemente negativo per l’ambiente”, spiega Roberto Brazzale, presidente del Gruppo.

Il gruppo caseario Brazzale è il primo a raggiungere il traguardo della neutralità di carbonio e la specialità del suo modello sta nell’avere conseguito questa neutralità assieme ad una crescita di produzione e produttività di quasi tre volte. L’adozione di pratiche innovative in regioni climaticamente vocate permette, infatti, di sviluppare processi produttivi innovativi che evitano pericolose derive verso rimedi che deprimono la crescita.

La necessità di regolare l’approvvigionamento alimentare per nutrire gli odierni 7,5 miliardi di esseri umani sul pianeta, che si prevede superino i nove miliardi entro il 2050, non consente di avvicinarsi a questi temi senza forte senso della realtà e idee chiare.

“A fronte della crescente preoccupazione dell’opinione pubblica di tutto il mondo, non vengono suggeriti concreti e praticabili rimedi, ma solo interventi destinati ad impattare negativamente sulla crescita”, spiega ancora Brazzale, “per questo il nostro annuncio è una “lieta novella” di grande conforto per il cittadino/consumatore: non solo si può abbattere la CO2, ma lo si può fare aumentando la produzione. I sistemi produttivi innovativi che rendono possibile tale conquista offrono, oltretutto, formidabili miglioramenti in termini di benessere animale, biodiversità, risparmio di risorse naturali ed economiche, qualità e salubrità dei prodotti”. Senza un’azione di profonda innovazione, cui l’azienda ha sottoposto i propri processi produttivi e la loro allocazione nelle aree climaticamente più adatte, tale risultato sarebbe impensabile.

La “Neutralità di carbonio” è il coronamento della ventennale “rivoluzione verde” iniziata dal gruppo Brazzale nel 2000: una radicale innovazione nei processi produttivi che ha portato alla creazione di filiere ecosostenibili, che si bassano sul principio di “fare le cose dove riescono meglio”.

In Republica Ceca è stata creata la “Filiera Ecosostenibile Gran Moravia”, un sistema di oltre 80 fattorie su 90.000 ha. per la produzione di latte e formaggi di alta qualità.

In Brasile, è stato sviluppato il rivoluzionario sistema di produzione di carne su pascolo riforestato “Ouro Branco Silvipastoril”.

In particolare, in merito all’azione di sequestro della CO2, oltre ai costanti investimenti impiantistici in riduzione delle emissioni, nel gruppo il modello Silvipastoril gioca un ruolo decisivo con la riforestazione dei pascoli. La cattura del carbonio viene infatti realizzata attraverso il più naturale dei processi, quello della fotosintesi, ad opera di macchine meravigliose quali sono gli alberi ed i vegetali in generale.

La soluzione “Silvipastoril”: i pascoli diventano un polmone verde

Adottato nella azienda del gruppo “Agropecuaria Ouro Branco” nel Mato Grosso do Sul, in Brasile, il sistema Silvipastoril prevede la riforestazione dei pascoli e la loro trasformazione in giganteschi polmoni che catturano nel legno la Co2, grazie a 1,5 milioni di alberi di eucaliptus, a regime pari a circa 300 per capo, piantati in filari, che realizzano foreste miste a radure. La Co2 non è un veleno ma è un vero e proprio alimento per gli alberi, di cui si cibano trasformando questo in ossigeno e massa vegetale e legnosa, evitando la dispersione del carbonio nell’atmosfera. Ma non solo.

La riforestazione delle aree a pascolo permette il conseguimento di ulteriori straordinari traguardi:
  • Incremento del benessere animale, perché si ricrea la condizione naturale di bosco misto a radura
  • Aumento formidabile della biodiversità
  • Incremento della produzione di foraggio e di carne bovina per unità di superficie
  • Eliminazione delle concimazioni
  • Riduzione il fabbisogno di superfici: a parità di produzioni consente di lasciare a foresta selvatica superfici maggiori
Nel dettaglio, ecco le emissioni dei nove stabilimenti del Gruppo (anno 2018):

Emissioni totali: 45.431 ton Co2 eq/anno
a. 14.139 di tipo biogenico
b. 31.292 di tipo fossile

Assorbimenti totali: 54.110 ton Co2 eq/anno di origine biogenica

 

Il gruppo Brazzale, dunque, riesce ad essere addirittura “carbon positivo”, in quanto vanta una “cattura” di CO2 superiore per oltre 8.600 ton Co2 eq/anno a quanto emesso.
L’inventario Ghg (gas ad effetto serra, tra cui la Co2 ) è stato verificato da Dnv Gl.

La “rivoluzione verde” di Brazzale ha portato a prodotti più buoni e ad impatto virtuoso

Roberto Brazzale

La scelta del consumatore allo scaffale è decisiva per orientare l’industria alimentare verso modelli virtuosi e l’acquisto dei prodotti Brazzale, Gran Moravia, Burro delle Alpi, Zogi, Alpilatte o Burro Superiore Fratelli Brazzale contribuisce a favorire un modello agricolo e zootecnico sostenibile, come indica il certificato dal logo Carbon Zero che si trova su tutte le confezioni.
In ordine al tema delle emissioni di CO2 e gas ad effetto serra, dal 2000 al 2018 queste realizzazioni e la filosofia produttiva del Gruppo hanno consentito di raggiungere un traguardo eccezionale: eliminare l’equivalente di 54.110 tonnellate di Co2 eq/anno di origine biogenica dal nostro pianeta pur aumentando di circa il 200% la produzione.

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