Piercristiano Brazzale: le quattro sfide che attendono il lattiero caseario
Nel discorso finale dopo quattro anni alla guida di della Federazione Mondiale del Latte, a Parigi, Brazzale ha evidenziato quattro key point fondamentali: valore del dairy, aumento della domanda di proteine animali, circolarità delle emissioni del bestiame, ricadute del settore.
L’impatto in valore del settore lattiero caseario
- 1 miliardo di persone (13-14% della popolazione mondiale) dipendono per reddito e occupazione dalla filiera lattiero casearia.
- 6 miliardi di persone consumano nella loro dieta i prodotti lattiero caseari.
- Latte e derivati sono alimenti fondamentali per i ragazzi in età evolutiva.
- 133 milioni le aziende agricole da latte nel mondo, delle quali vivono più di 600 milioni di persone.
- 400 milioni le donne impiegate lungo la filiera.
- 981 milioni le tonnellate di latte prodotte al giorno, con domanda crescente del 3-4% all’anno
- Il latte è un superfood con 7 nutrienti essenziali (proteine, acidi grassi, vitamine, carboidrati, sali minerali etc) ad elevata biodisponibilità.
Circolarità delle emissioni della vacca (e del bestiame più in generale)
“Il nostro settore è stato e continua a essere sotto intenso attacco da più fonti, dagli ambientalisti e dagli attivisti per i diritti degli animali ai sostenitori di diete a basso o nullo contenuto di animali. Per quanto riguarda l’ambiente e le diete sostenibili, siamo tutti convinti e vogliamo dimostrare che il settore lattiero-caseario ha un ruolo strategico nei sistemi alimentari per soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma permettetemi di fare un appunto alla nostra comunità. Troppo spesso, di fronte agli attacchi che il nostro settore subisce da più fronti, vedo un atteggiamento troppo difensivo e talvolta persino passivo. Dobbiamo cambiare approccio ed essere più proattivi, consapevoli che i nostri prodotti sono un elemento base di qualsiasi dieta equilibrata ma soprattutto che hanno un valore nutrizionale unico e sono essenziali per soddisfare tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile. In questo, l’IDF è assolutamente strategico e centrale nel fornire agli operatori del settore le basi tecniche e scientifiche per affrontare senza paura qualsiasi tipo di attacco e, se necessario, passare alla controffensiva, dimostrando con orgoglio tutti i nostri valori. Lavorando più che mai insieme in e per l’IDF, saremo in grado di liberare il nostro settore dagli ingiusti pregiudizi a cui a volte siamo sottoposti. Ad esempio, siamo sotto accusa per le nostre emissioni di Carbonio. Cosa significa carbon zero o neutral? Significa semplicemente non aggiungere nuovo carbonio all’atmosfera rispetto a quello già presente. Gli animali e le mucche non emettono un atomo di carbonio in più di quello che ingeriscono alimentandosi. E come entra nel ciclo alimentare il carbonio strutturale del foraggio che mangiano le mucche? Da piante la cui struttura e composizione derivano dalla fotosintesi. E queste emissioni vengono compensate ogni anno dalla fissazione e dal riciclo naturale. Ecco come si differenzia da tutte le altre attività umane, come l’industria, i trasporti, ecc., che generano emissioni nette utilizzando il carbonio immagazzinato nei combustibili fossili. Io lo chiamo il circolo virtuoso della mucca. Per tutte queste ragioni il carbonio emesso dalle vacche da latte e da tutte le altre specie da latte è definito biogenico, il che sta a significare che fa parte di un ciclo naturale rinnovabile in perpetuo. Quindi qualsiasi discussione sulle emissioni di carbonio della nostra produzione deve partire da questo presupposto. E se è vero che il 70-80% delle emissioni della nostra filiera sono a livello di azienda agricola, è chiaro che siamo già molto virtuosi. Questo non significa che non dobbiamo agire per ottimizzare le nostre emissioni, come ad esempio ridurre la quantità di metano emesso. Molto è stato fatto e molto resta da fare, ma dobbiamo essere orgogliosi di quello che facciamo, consapevoli di tutto questo”.
Popolazione mondiale e aumento della domanda della proteina animale
“In quest’epoca di disinformazione e confusione, dobbiamo promuovere ancora di più il valore nutrizionale e l’integrità dei prodotti lattiero-caseari. Forniamo nutrimento a molte persone in tutto il mondo con i nostri prodotti, i prodotti lattiero-caseari sono una parte fondamentale di una dieta sana ed è esattamente per questo che la sicurezza alimentare e gli standard alimentari devono rimanere la nostra massima priorità. È molto importante registrare qual è la prospettiva macro sul consumo di prodotti animali e lattiero-caseari nei prossimi anni, perché ciò influenzerà i nostri trend di produzione e il trend della produzione a livello globale. Innanzitutto, è importante registrare quali sono le previsioni di crescita della popolazione globale e le prospettive di consumo secondo la FAO. La popolazione globale crescerà da 7.700 a 9.600 milioni di persone tra il 2020 e il 2050, secondo le previsioni della FAO. Ciò sarà accompagnato da un aumento del consumo globale di proteine animali di oltre il 20%: e di questo aumento, almeno il 30% sarà rappresentato da prodotti lattiero-caseari. Ma dobbiamo farlo in modo sostenibile. La parola d’ordine deve essere: intensificazione sostenibile”.
Le ricadute del settore lattiero caseario
“Molte sono le ricadute e gli impatti del settore zootecnico e delle sue catene di trasformazione e distribuzione per garantire la salute delle persone e del pianeta. Ci sono molte ripercussioni sui mezzi di sostentamento, sull’emancipazione femminile e sull’occupazione giovanile. Nelle zone aride e nei pascoli, il pascolo è in grado di trasformare ciò che è immangiabile per gli esseri umani in cibo altamente nutriente, contribuendo al mantenimento e al miglioramento degli ambienti naturali. Infatti, secondo gli ultimi dati Fao, il 96% di ciò di cui si alimentano i bovini attualmente non è utilizzato per l’alimentazione umana. In molte parti del mondo, l’allevamento del bestiame può essere integrato con l’agroforestazione, ottimizzando l’impatto ambientale e il benessere degli animali. Con il nostro lavoro quotidiano contribuiamo a garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale, fornendo alimenti ricchi di micronutrienti e macronutrienti essenziali. Con i sottoprodotti dei nostri cicli produttivi forniamo energia rinnovabile. Inoltre, i latticini sono essenziali in una dieta equilibrata e salutare, contribuiamo anche a garantire sistemi agricoli basati sull’agricoltura rigenerativa. In breve, il nostro sistema è virtuoso e contribuisce alla salute delle popolazioni e del pianeta”.